Guida al business plan: cos’è, a cosa serve, a chi serve e quando si fa.

da | Vita da freelance + business

Che cos’è il business plan e a cosa serve?

Il Business Plan, in termini molto grezzi, è quel documento che ti illustra quanti soldi escono e quanti soldi devono entrare affinchè la tua attività possa esistere. È un lavoro impegnativo e fastidioso, quando si ha a che fare con i numeri in genere va così. La tendenza è di infilarlo dentro un cassetto e far finta che non esista fino a quando, già dopo pochi mesi dall’avvio dell’attività, ci si chiede se sia il caso di chiudere il 31/12.

Posso affermare, senza timore di essere contradetta, che nessuna imprendotrice è arrivata da me chiedendomi di fare il business plan. Spesso si pensa che non sia necessario per una piccola attività o che le priorità siano altre. Come ad esempio:

  • La crescita su Instagram
  • Il piano e il calendario editoriale
  • Fare pace con il marketing etc.

In realtà l’engagement, i follower e i like portano persone e non è assolutamente detto che siano clienti. Anzi quando si lavora esclusivamente come content creator e si comunica quasi come un’influencer il pubblico che arriva non è generalmente un pubblico interessato al nostro prodotto o servizio.

Il piano editoriale e i calendari, così come la strategia di marketing e di comunicazione, non hanno ragione di esistere senza un business plan.

Vediamo quindi in concreto che cos’è e a cosa serve un business plan:

Il Business Plan è un documento completo che comprende i seguenti elementi:

  • Quanti soldi escono? Come tasse, abbonamenti per strumenti o tool in supporto al business, affitto etc
  • La vision aziendale.
  • Il pubblico di riferimento anche detto target o cliente ideale.
  • Il mercato in cui si lavora e relativi competitor.
  • Analisi del prodotto o servizio e relativi prezzi.
  • Quanti soldi devono entrare.

Tutto questo lavoro serve a fare le cose bene, a pagare quello che si deve pagare e a fare profitto. Altrimenti chiudiamo e ci rimangono solo gratacapi e rimorsi.

Non possiamo definire un’attività “sbagliata” se prima non si è lavorato a questi strumenti. Io le definisco come attività che non sono mai partite davvero.

A chi serve il business plan?

A tutte, nessuna esclusa. Perché spesso il primo errore che porta fuori strada è quello di pensare che il business plan serva solo alle attività di medie e grandi dimensioni. Mentre invece quando si parla di attività che ancora devono nascere o di attività che sono già sul mercato il business plan vale oro e non conta essere micro o grandi.

Ecco perché non è mai tardi per farne uno. Ti serve quando stai valutando se vale la pena oppure no mettere in piedi il tuo business nel modo in cui lo avevi pensato o se invece non avrebbe vita lunga. Non tutti gli hobby e non tutte le passioni possono trasformasi in un business. Ti serve quando ti rendi conto che stanno uscendo solo soldi e non entra quello che deve entrare per pagare e per vivere.

Ti serve qualunque sia la tua attività. Che tu sia un’artigiana, che tu abbia un e-commerce in cui vendi prodotti di terzi o una professionista che vende servizi.

Quando si fa il business plan?

Il business plan si fa quando stai lavorando alla creazione della tua attività e in questo caso ogni momento dell’anno è quello giusto. Si fa ogni anno se hai già avviato la tua attività, generalmente a novembre. Se hai avviato la tua attività e non hai mai fatto il business plan si fa in qualsiasi momento, che in genere corrisponde a quello in cui ti senti che la terra trema sotto i tuoi piedi perché non hai il controllo della situazione.

Io faccio anche una revisione ogni 3 mesi o comunque ogni volta in cui ho dei dubbi. Insomma non c’è una regola fissa per tutti.

Quello che è certo è che il business plan non serve a fustigarci se facendolo ci rendiamo conto di aver intrapreso la strada sbagliata. È esattamente il contrario. Dobbiamo immaginarlo come una bussola che nei momenti di sbandamento ci riporta sulla retta via. Ci fa capire cosa va bene e cosa no e quali sono le azioni e strategie da mettere in campo per mettere a fuoco i nostri obiettivi.

Non è una bibbia, ovviamente. È un lavoro dove ci sono certezze ma anche tante previsioni e non è detto che siano giuste, anzi soprattutto quando si è agli inizi spesso non lo sono e anche quando siamo ormai ferrate nella gestione della nostra attività non è detto che tutto vada come lo avevamo preventivato.

Ci sono tanti fattori esterni su cui non abbiamo il controllo e non possiamo governare. L’unica cosa che possiamo fare e analizzare periodicamente e correggere il tiro.

Quando si crea il business plan, o in generale quando si gestisce un’attività imprendotriale, la perfezione non esiste. Così come non esiste un’attività che spicchi il volo già dal primo anno (anche se possono esistere colpi di genio e di fortuna). Bisogna avere la giusta dose di razionalità per capire che tutti gli slogan sul fatturato facile che passano online sono spesso un’inganno perché non ci dicono che il fatturato è niente senza profitto, che perché un’attività vada a regime occorrono dai 3 ai 5 anni circa (è una media che può essere più o meno smentita) e che se le cose non vanno bene da subito non è perché non siamo capaci o l’idea non funziona. È perché ci vogliono i giusti strumenti e la giusta pazienza.

Ogni business ha uno scopo e valori differenti. Ecco perché un business plan funziona quando gestisci la tua attività in un modo che va bene per te e solo per te, senza basarti sul successo altrui.

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